L'edizione critica delle cantate di Luigi Rossi parte dalla constatazione che gran parte della biblioteca musicale contenente le copie autografe delle sue composizioni risulta dispersa.
Nel suo primo testamento, compilato nel novembre 1641, Rossi lascia «omnes ejus scripturas musicales» al suo mecentate Antonio Barberini, raccomandando di proteggere il fratello Giovan Carlo e la moglie Costanza da Ponte. Nel secondo testamento, redatto il 9 dicembre 1647 dopo la morte della moglie e prima di ripartire per la Francia, Rossi non menziona la sua biblioteca musicale. L'unico manoscritto musicale probabilmente attribuibile alla mano di Rossi giunto fino a noi è databile intorno al 1617 e risale agli anni della formazione a Napoli. In questo codice sono copiate diverse composizioni polifoniche e alcune monodiche tra le quali l'unica forse attribuibile a lui è il Lamento di Olimpia.
à noto che la grande maggioranza delle fonti musicali contenenti cantate di Rossi sono databili dopo la sua morte; inoltre numerose testimonianze storiche e letterarie dimostrano un importante riutilizzo della sua musica in tutta Europa almeno fino all'inizio del Settecento. Attualmente conosciamo 900 testimoni, databili prima del 1800, nei quali sono conservate 307 cantate attribuibili con certezza a Luigi Rossi.
Questo volume, che presenta un'edizione critica delle tre cantate di Rossi maggiormente diffuse nelle fonti musicali disponibili - Due labra di rose, Vorrei scoprirti un dì e Dite o cieli se crudeli - si propone di offrire un confronto critico tra i vari testimoni e di tracciare alcuni percorsi di studio a proposito della filiazione dei manoscritti che conservano le composizioni di Rossi.
Viene inoltre proposta l'edizione critica della cantata Hor ch'in notturna pace il mio bel sol riposa, la cui analisi evidenzia che la tradizione delle cantate di Rossi presenta diverse varianti d'autore dietro la mera identificazione degli incipit segnalati nei cataloghi attualmente disponibili. Come molti altri compositori barocchi, attivi tra Seicento e Settecento, Rossi probabilmente riutilizzava le proprie composizioni musicali adattandole a diverse occasioni esecutive, o ad altre esigenze. Alessio Ruffatti è studioso in STORIA DEI BENI ARTISTICI E MUSICALI
ISBN:9788861290846 Collana: Musica - Discipline dello spettacolo Autore: Ruffatti Alessio Edizione 2007 Stato: Fuori Catalogo
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