L'edizione critica delle due commedie plautine, la Piovana e la Vaccaria, le ultime commedie scritte dal drammaturgo padovano, diventa l'occasione per riprendere gli studi sulla lingua del Ruzante, sia analizzando nel dettaglio il pavano e il toscano delle commedie,sia concentrando l'attenzione su un aspetto specifico molto interessante, ossia sulla maggiore complessità sintattica di queste due commedie rispetto alla produzione precedente del Beolco, a dimostrazione che Piovana e Vaccaria, come si nota anche nell'Introduzione, sono commedie scritte senza dubbio prioritariamente per la scena, ma pensate, e forse rielaborate, anche per 'la penna', cioè per la pubblicazione.
Chiara Schiavon (Padova 1974) è dottore di ricerca di Linguistica italiana all'Università di Padova; i suoi principali ambiti di ricerca sono la storia della lingua del Cinquecento italiano e veneto, e la lessicografia dialettale: oltre a vari articoli su questi argomenti, ha pubblicato il volume «Una via d'accesso agli epistolari». Le dediche dei libri di lettere del Cinquecento (2010).
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