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Il ritorno nel 1913 di Oswald de Andrade da Parigi segna l’inizio della presenza del futurismo in Brasile, specie in una San Paolo ormai avviata all’espansione che ne farà una delle capitali, oltre che economiche e tecnologiche, anche culturali del Paese. Eppure, di futurismo si parla già dal 1909, e a farlo sono pure alcuni suoi detrattori, fra cui il baiano Almachio Diniz che, già dal 1910 nella veste di polemista, veicola, ben prima che nel ’22 il modernismo nascesse come antifuturismo, un uso delle parole “futurismo”/”futurista” associato a voci come “extranho”, “exquisito”, “extravagante”. Uso destinato a fissarsi al punto da essere attestato, ai lemmi futurismo e futurista, anche da recenti vocabolari brasiliani, nelle cui definizioni è ora possibile inserire datazioni certe per le accezioni sia denotative sia connotative negative.
Sandra Bagno insegna Lingua portoghese e brasiliana nell’Università degli Studi di Padova. Ha studiato le antonomasie e le polirematiche identitarie della realtà linguistico-culturale brasiliana, attraverso l’analisi in chiave comparatistica delle lessicografie monolingui soprattutto brasiliana e portoghese, e pubblicato, fra gli altri studi, Lessicografia e identità brasiliana: dov’è “A nossa Vendéia”? Da Alcácer-Quibir a Vendéia: voci del “tempo di lunga durata” della “civiltà nazionale” brasiliana. Padova: Cleup, 20051, 20062 (ristampa 2009).
ISBN:9788861299795
Collana: Glottologia, Linguistica, Lingue e letterature straniere
Autore: Bagno Sandra
Edizione 2012
Stato: Disponibile