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PLaNCK! - N. 2 - Maggio 2014
Rivista quadrimestrale
ISSN 2284-0761
italiano/inglese
Editoriale
Una scoperta che ha cambiato la scienza
Diversi anni fa, mentre stava visitando l’Istituto di Medicina Molecolare dell’Università di Oxford, James D. Watson fu invitato a tenere un seminario per gli studenti e i ricercatori.
Alla fine dei suoi discorsi stimolanti sull’etica del Progetto Genoma Umano (a quell’epoca ne era il direttore e il promotore), un giovane studente, con timore reverenziale, si alzò in piedi e disse: “Dottor Watson, lei ha fatto, nella biologia, la più importante scoperta degli ultimi cento anni e forse di sempre. Di quale natura potrebbe essere una scoperta di uguale importanza per i prossimi cento anni?”
Dopo un interminabile silenzio, durante il quale gli occhi di Watson ruotavano verso il soffitto e 400 futuri scienziati si muovevano nervosamente sul bordo delle loro sedie, lui replicò: “Mah! Non credo che ce ne sarà un’altra!”
Questa risposta, se da una parte mostra l’enorme ego di Watson, dall’altra ci fa capire che davvero la scoperta della struttura del DNA è stata una rivoluzione per la biologia e la Scienza in generale. Watson e Crick hanno capito per primi la struttura a doppia elica, mettendo insieme come in un puzzle i risultati che loro e altri avevano ottenuto. Non sempre in maniera corretta, come vedrete in questo numero di PLaNCK!; ma la loro determinazione nel capire che quella struttura avrebbe rivelato il segreto della vita era forse più forte che negli altri colleghi.
In quegli anni, la gara per arrivare al risultato fu soprattutto con il laboratorio di Linus Pauling, che a quell’epoca era certamente il più importante chimico vivente. Tuttavia, anch’egli aveva preso un granchio, p u b b l i c a n d o una struttura a tre eliche completamente errata: anche chi ha vinto due premi Nobel può sbagliarsi. Watson e Crick invece capirono come era assemblato il DNA, con i fosfati e gli zuccheri all’esterno, le basi appaiate all’interno secondo regole ben precise, e impilate una coppia sull’altra a generare una doppia elica. Quando comunicarono la loro scoperta ai colleghi Francis Wilkins e Rosalind Franklin, i cui studi erano stati fondamentali per arrivare al risultato, tutti loro pubblicarono tre articoli fianco a fianco sulla rivista Nature nel famoso numero di aprile del 1953.
Ora conosciamo l’intera sequenza del DNA dell’uomo e di molti altri organismi, e a più di 60 anni da questa scoperta la parola DNA è entrata nel nostro lessico quotidiano, per indicare sia le nostre radici, che il software con le indicazioni su come costruire un organismo. Il linguaggio di queste istruzioni è universale per tutti gli esseri viventi del Pianeta e se si trovassero tracce di vita su un altro mondo, è molto probabile che il linguaggio sarebbe lo stesso.
prof. Piero Benedetti
Università degli Studi di Padova
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www.planck-magazine.it
ISBN:9788867871788
Collana: PLaNCK!
Autore: Associazione Accatagliato
Edizione 2014
Stato: Disponibile