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Prefazione
di Antonia Arslan
E anche quest’anno ci siamo, all’appuntamento per la festa d’autunno intorno al piccolo libro che raccoglie le storie, i pensieri, i racconti, le poesie di tanti amici che a vario titolo sono coinvolti nella grande famiglia della Civitas vitae. Ogni volta cambia l’argomento proposto, ma le risposte arrivano sempre puntuali e numerose, illuminando con ricchezza di particolari esperienze e ricordi: commoventi, divertenti, drammatici, ma sempre capaci di emozionare e arricchire il lettore.
Leggendo i testi, mi si è rinnovato il piacere di incontrare tante persone diverse, di tanti luoghi e tante età diverse, in questo piccolo spazio di scrittura confidente e privata, di approdo, di serenità raggiunta. Come un ponte che collega due sponde lontane e appare improvviso da una fitta foschia, come uno scambio di esitanti sorrisi che diventa complicità: perché la vita, la calda vita, a volte offre anche – dono meraviglioso – queste scintille di inaspettata amicizia.
Che quest’anno hanno a che fare col sogno. Sognare: tutti lo facciamo, e tuttavia alla materia labile e sfilacciata dei sogni, se poi vogliamo raccontarli, finiamo sempre per aggiungere integrazioni e spiegazioni, qualche passaggio logico, qualche nostra – magari inconscia – interpretazione. Ma i sogni dei nostri autori, quelli che abbiamo raccolto in questo libretto, non avvengono durante il sonno. Sono invece ben consci, e sono i desideri di cui ciascuno di noi si è nutrito davanti al futuro, la voglia di scegliere una strada o un’altra nei grandi incroci della vita, e poi spesso il rimpianto di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Un rimpianto operoso che diventa accettazione: di fare un mestiere altro rispetto a quello che si sognava da adolescenti, abitare in un paese qualsiasi e non in un favoloso ‘altrove’ esotico e strano, accettare un’apparente mediocrità nel cui seno però si celano meraviglie. Ogni uomo è un’isola, è stato detto, con un’immagine pittoresca; ma in ogni isola si può scoprire un tesoro...
Si sprigiona infatti da ognuno di questi racconti una saggezza invidiabile e antica, perché i rimpianti, quando ci sono, sono venati sì di malinconia, ma anche di un’accettazione mite eppure forte del nostro comune destino di uomini, quello di tendere sempre a qualcos’altro rispetto a quello che abbiamo, coltivando appunto un sogno, un “mi piacerebbe...” che alla fine diventa – ed è un grande insegnamento – un sorridente (e certo un po’ ironico) “ma sono contento lo stesso, e non mi cambierei con nessun altro.”
ISBN:9788867872862
Collana: Premio Civitas Vitae
Autore: OIC - Opera Immacolata Concezione
Edizione 2014
Stato: Disponibile