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Love and Violence

Padova, Galleria Cavour 10 febbraio - 2 aprile 2017

  • Autore: Barbara Codogno, Silvia Prelz (a cura di)
  • ISBN: 9788867876914
  • Collana: Storia dell'arte - Museologia
  • Data Edizione: 2017
  • Numero pagine: 48
  • Illustrato: a colori
  • Stato: disponibile
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Dal catalogo Love and Violence
Padova, Galleria Cavour 10 febbraio - 2 aprile 2017


"Questa mostra nasce come atto politico – in quanto è, prima di ogni altra cosa, un atto d’amore. Verso l’amore, verso l’arte, verso la bellezza.

Era da un bel po’ che noi, le due curatrici, ci tenevamo d’occhio: ci piaceva il nostro reciproco modo – affine e complementare – di raccontare.

Muovendo emozioni profonde, scegliendo le strade in salita, mai l’approccio grand publique, cercando di rilanciare sempre. Di una cosa eravamo forti: entrambe godiamo della stima di validissimi autori e che eravamo certe avrebbero accettato questa sfida insieme a noi. Perché volevamo parlare seriamente di violenza. Senza il gridato modaiolo, lontano dai soliti abusati schemi di rivendicazione: al di fuori dai giorni concessi e stabiliti, intercettando quegli uomini e quelle donne che, attraverso uno sguardo sensibile e privilegiato, fossero antenne e testimoni del vasto raggio di azione della violenza.

“Love and Violence” è un manifesto di denuncia contro la violenza, primariamente contro la violenza sulle donne ma esteso a tutte le forme di violenza e si costituisce come momento di riflessione sociale e culturale per suggerire la speranza e la possibilità di una soluzione.

Questa mostra nasce quindi dalla necessità di affrontare il nodo cruciale, di riportare a galla l’urlo, di guardare il mostro per quello che è. Ma anche dalla necessità di sanare ferite sociali, di portare equilibrio attraverso la conoscenza.

La trama narrativa è variegata e complessa: dalla denuncia alla provocazione, dalla nemesi alla cura, dalla ricerca delle motivazioni storiche e culturali allo studio del contesto religioso e sociale, dal racconto personale ed emotivo al simbolo archetipico e ancestrale.

Ecco un percorso della mostra, vista dall’alto. Ketra ricostruisce la via crucis di una giovane prostituta, usando il proprio corpo nel confronto temporale. Gesine Arps si affida alla storia del diritto per tracciare il percorso della disuguaglianza. Non solo corpi di donna patiscono l’affronto violento. Nabil Boutrus mette dei burka a degli uomini egiziani. Jacek Scarso ci mostra l’impasse di uomini che non aderiscono al modello imperante di macho. Angelo Brugnera scolpisce su marmo un idolo che ha perso la sua sovranità. Emanuela Callegarin lavora sul concetto di “corpo statua” così come fanno Luigi Milani, Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani. Mentre Maria Micozzi ci parla di un corpo femminile spezzato dal verbo del padre, Marisa Merlin fa risorgere una donna scomparsa. Carla Rigato e Bärbel Schmidtmann raccontano una storia femminile emotiva e fisica, come fa anche Piera De Nicolao mentre Franz Chi espone un corpo che patisce la violenza della tecnologia. L’aspetto religioso è quanto mai sentito dagli artisti. Marta Czok intercetta nelle religioni monoteiste l’origine di uno sguardo impari e violento che si accanisce sulla donna. Stefano Reolon ci regala una cattedrale di carta, effimero luogo di potere. Angelo Muriotto individua due simboli cattolici tra loro opposti eppur dialoganti: i chiodi della crocifissione e la fede nuziale. Francky Criquet ci propone una crocifissione e Roberta Ubaldi una rilettura dei simboli. All’interno della mostra, un particolare focus sul Giappone grazie alle opere di Tetsuo Harada, Shozo Michikawa, Ayumi Shigematsu e Shofu Yoshimoto che si muovono tra scultura e calligrafia, tra astrazione e corporeità estrema. Se Andrea Tagliapietra intercetta la crisi spirituale e profonda del sé, Giovanni Oscar Urso preme sull’acceleratore per intercettare dinamiche di crisi sociali. Per giungere infine alla complessa installazione di Grazia Zattarin, composta da primigenie simbologie archetipiche sulle quali l’autrice interviene, trasformando il suo gesto artistico in preghiera.

In questo viaggio nella complessità delle relazioni, la violenza ci ha graffiato l’anima. Dalle nostre ferite abbiamo però attinto consapevolezza e coraggio. Perché il nostro atto politico è la scelta dell’amore.

È con l’amore e con la bellezza che vogliamo rifondare il mondo.

In questo l’arte è sempre nostra complice, nostra madre, nostra sorella."

Le curatrici
Barbara Codogno, Silvia Prelz



Indice



ISBN:9788867876914
Collana: Storia dell´arte - Museologia
Curatrici: Barbara Codogno, Silvia Prelz
Edizione 2017
Stato: Disponibile

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