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Una cosa diventa veramente importante quando consente di apprezzare e gustare ogni altra cosa, normale o straordinaria che sia. L’importanza della cosa importante si può allora misurare in base al quantum di soddisfazione e di felicità che concede sempre in tutto. Ma quali sono queste cose? Se la felicità è la realizzazione del desiderio pensato e progettato, ciascuna funzione fisica e spirituale dell’individuo che aiuti a formulare e poi a lavorare al proprio progetto unico, diventa addirittura fondamentale, non solo importante. Senza le cose fondamentali non si arriva a capire che viviamo per essere felici, e siamo gli unici animali che sanno di farlo. Anche se la felicità si concede poco e a tappe. Tutto questo è permesso attraverso ciò che è stato sintetizzato nel termine cultura. Ma la cultura è diventata un termine dai tanti significati (polisemico), che si presta facilmente all’equivoco e per questo viene spesso schifato o banalizzato. Cos’è la cultura? Questa domanda, ha ottenuto dai cosiddetti specialisti una pletora di definizioni, diverse centinaia. Significa che l’oggetto cultura non è ancora ben capito. Tanto che, se quelle definizioni non fanno capire perché si può usare efficacemente ogni tipo di cultura e ogni aspetto culturale, quelle definizioni contribuiscono solo a formare dei privilegiati e degli svantaggiati. E la conseguente conflittualità non aiuta nessuno, anzi peggiora tutti. Se della cultura si mostrano solo i fenomeni normali oggettivi come i comportamenti, i manufatti, il linguaggio, le credenze, le ideologie, i valori, i riti, i simboli, le arti, le scienze, le organizzazioni sociali, le norme, senza comprendere anche quei sistemi che permettono e poi fanno utilizzare bene ogni oggetto, materiale o astratto, reale o fantastico, la cultura viene minimizzata e indebolita. Ma fallisce proprio quando mostra solo oggetti eccellenti come i risultati di personaggi illustri o di successo. La cultura deve, per essere tale, comprendere sia gli oggetti che i sistemi ultra oggettuali, non percepibili con i sensi ma con la ragionevolezza. Gli oggetti sono particolari, tutti diversi e tutti utilizzabili; i sistemi sono universali, uno per tutti gli individui e sono solo utili a produrre e a gustare oggetti. La cultura non può fermarsi ai beni (gli oggetti ovvero le cose primarie) ma deve raggiungere i processi esistenziali della speciale struttura umana e di ogni sostanza, per consentire ai beni di diventare solo beni. Questo testo offre l’ipotesi di un modellino culturale, un prototipo, formulato mediante un sistema organico improntato su ogni persona (ens unicum) e la sua storia, sommata alla storia di tutti. Si tenta di complicare così tanto l’idea di cultura da facilitare ogni risposta. Cosa assurda che fa ridere! Il ridicolo -sostiene Schopenhauer- diventa il prezzo da pagare per l’innovazione. Seguiranno il contrasto e l’accettazione… ma solo se si tratta di una cosa vera e utile, occorre aggiungere. Comunque, il peggior rischio che corre una verità resta l’indifferenza o l’oblio. L’ipotesi sulla cultura non è offerta tanto agli esperti quanto a tutti noi che, attraverso la nostra cultura intima, possiamo o dobbiamo scegliere di agire, perfino quando restiamo inerti e inebetiti. Conoscere tutta la cultura che adoperiamo significa conoscersi per divenire effettivamente liberi di scegliere agendo. E le prime scelte responsabili si fanno sui beni economici, necessari a sopravvivere o destinati a migliorare la vita. Non è certo casuale, se il modello culturale proposto esamina e teorizza anche i comportamenti di chi compra dei beni.
Ferma Viaggio alias Adelfino Frison, dopo intrapresi e abbandonati, a fine anni ’60, gli studi in Architettura allo I.U.A.V. di Venezia, nel 1975 si è laureato a Padova in Scienze Agrarie. Presso quella Università è stato tecnico del Centro di contabilità e di gestione per le imprese agricole. Nel 2000 è diventato ricercatore di Economia e Estimo presso il Dipartimento T. e S.A.F. dell’Università patavina, tenendo corsi di Economia dei mercati dei prodotti agroalimentari e di Cultura professionale, collaborando a progetti di ricerca nel settore dei prodotti agroalimentari, pubblicando libri e ricerche su riviste specializzate. È consulente di imprese agrarie. È studioso senior dell’ateneo patavino. È curatore di mostre d’arte figurativa, di cui pubblica i cataloghi, e crea opere di pittura e di scultura. Dal 2002 è baccelliere in teologia. In questa scheda ha parlato di sé in terza persona, perché non si conosce bene (figurarsi gli altri...).
Introduzione
ISBN:9788867876013
Collana: Filosofia
Autore: Adelfino Frison
Edizione 2016
Stato: Disponibile