Questo studio monografico vuole essere una ricognizione del pensiero filosofico di Martin Buber (ruotante attorno alla fondamentale dimensione dell’interumano, della relazione io-tu) svolta con il filtro delle categorie dell’etica (dovere, bene, utile, virtù, libertà, responsabilità) per cercare di rinvenirvi significati, prese di posizione, accenni connessi a queste, al di là del linguaggio da lui usato (talvolta inusuale e comunque più tendente all’implicita testimonianza che alla speculazione e alla sistematicità) e al di là del suo stesso modo di intendere la filosofia, così alieno dalla tradizionale distinzione tra teoria della conoscenza, ontologia, antropologia, morale. Filosofia, quella di Buber, che pure è avvertita da molti come profondamente “etica”.
Un’ampia parte del testo è dedicata alla ricostruzione del prolungato confronto intercorso tra Buber e Lévinas, poiché le risposte di Buber in tali occasioni racchiudono preziose indicazioni sulla sua etica e spunti per esplicitarla.
Antonio Capuzzo è nato ed ha studiato a Padova e ora vive a Vicenza, dove è docente di Filosofia e Scienze Umane in una scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato e curato negli anni diversi libri di poesia, tre libri-intervista sulla poesia e sull’insegnamento della filosofia (tra cui Amata Poesia, un’intervista con Lucia Gaddo Zanovello, Cleup, Padova 2009). Più di recente ha pubblicato il saggio La motivazione (Cleup, Padova 2018).
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