Quando nel 1209 inizia la crociata contro gli albigesi, i poeti provenzali sospettati di simpatizzare con gli eretici sono costretti a fuggire dalla Provenza; tra questi c’è Uc de Saint Circ, trovatore caorsino.
Il romanzo racconta le peripezie della fuga di Uc e la difficile vita di esule fino a quando si “accasa” a Treviso alla corte di Alberico da Romano, fratello del terribile Ezzelino. Da Treviso, nell’incontro di Uc con alcuni funzionari della Magna Curia di Federico II, la poesia provenzale (lingua, temi, strutture, vite dei trovatori) si diffonde e diventa il modello per i poeti della Scuola siciliana, quindi del Dolce Stil Novo fino a Dante e Petrarca.
Alessandro Cabianca, saggista, drammaturgo e poeta.
Di origine vicentina, vive a Padova dove ha fondato il Gruppo90-ArtePoesia e la rivista di arte, letteratura e storia «Padova sorprende». Ha pubblicato tre tragedie: Medea, Clitennestra, Antigone; il dramma Torquato Tasso; la fiaba in versi I musicanti di Brema, per la musica del M° Matteo Segafreddo; per i tipi della Cleup tre saggi sul rapporto poesia e musica: Armonie d’insieme, Armonie contemporanee, Cromatismi contemporanei, scritti con il compositore Matteo Segafreddo e Quattro secoli di poesia. Antologia della poesia veneta dal 1500 al 1800. Ha pubblicato inoltre Cinquecento. Papi, duchi, eretici e mariuoli, romanzo ambientato alla corte di Urbino nel ’500. Cura la collana di poesia «L’oro dei suoni».
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