Una coincidenza? Nella prima metà del Seicento ben tre autori, tutti veneti, scrivono opere che trattano di archivi: Baldassarre Bonifacio, Albertino Barison, Fortunato Olmo. I primi due, di cui si possiede l’opera, mentre quella del terzo è attualmente data per dispersa, ne trattano in modo differente; entrambi, però, si accostano alla storia degli archivi con un’ottica particolare, che fa riferimento al dibattito europeo sulla natura e sulla fisionomia dello Stato, e individuano, soprattutto il Barison, gli archivi come entità istituzionali indispensabili all’esercizio del potere. I rinvii a una massa impressionante di testi giuridici e letterari dall’antichità al secolo XVII stanno a testimoniare in Barison, canonico della Cattedrale di Padova prima e, poi, vescovo di Ceneda, accademico dei Ricovrati e docente nello Studio patavino, una cultura profonda e una rete di relazioni molto ampia e qualificata, esito ultimo dell’Umanesimo rinascimentale e della tradizione giuridica, che caratterizzano l’ambiente padovano di quegli anni.
Giorgetta Bonfiglio-Dosio si occupa di archivi dal 1969: è stata funzionario e primo dirigente nell’amministrazione degli Archivi, professore ordinario di archivistica all’Università di Padova, vicepresidente del Comitato tecnico-scientifico degli archivi e componente del Consiglio superiore beni culturali, consigliere dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, consigliere e presidente dell’ANAI-Sezione Veneto; insegna come professore a contratto di archivistica nelle Università Ca’ Foscari di Venezia, Macerata, Firenze; è direttore scientifico della rivista «Archivi» ed è socia di numerose accademie e società scientifiche.
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