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PLaNCK! N. 15 - Settembre 2018

PLaNCK! N. 15 - Settembre 2018

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PLaNCK! N. 15 - Settembre 2018 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese “A ognuno di noi tocca la sua parte” Per soddisfare le proprie necessità, l’uomo sfrutta l’ambiente dalla sua comparsa sulla Terra e sin da quei primissimi istanti la trasformazione delle risorse vegetali, animali, minerali e idriche ha comportato la produzione di rifiuti. Questi rifiuti, per centinaia di migliaia di anni, sono stati di modesta entità e hanno avuto per lo più breve durata e un bassissimo impatto sugli ecosistemi. A un certo punto della nostra storia però qualcosa è cambiato: abbiamo iniziato a sfruttare più risorse di quante la terra possa ricostituirne nel lasso di tempo necessario a utilizzarle, a produrre materiali (come per esempio le materie plastiche o i rifiuti radioattivi) che rientreranno nel ciclo naturale solo tra centinaia e in alcuni casi migliaia di anni, a competere con la natura nel causare disastri di proporzioni planetarie. La civiltà umana, la cui evoluzione continua a poggiare sulle risorse ambientali, ha smesso di fare i conti con le necessità delle altre specie viventi, si è eretta con protervia sugli altri abitanti del pianeta per sfruttarli e accaparrarsi tutte le risorse disponibili. L’esperienza comune e la scienza ci dicono però oggi che stiamo esagerando e che i comportamenti che abbiamo adottato nei confronti della natura si stanno ritorcendo contro di noi. Il clima sta cambiando, l’inquinamento ha raggiunto soglie pericolose, gli oggetti che non usiamo più ci stanno sommergendo e stanno persino entrando nella catena alimentare. Ed è sempre un problema di rifiuti. Lo sono i cambiamenti climatici, dovuti alla produzione di CO2, un rifiuto della combustione di gas, carbone e metano (tra le altre cose) di cui ci serviamo per produrre energia. Lo è l’inquinamento, che altro non è che la dispersione nell’ambiente dei rifiuti pericolosi prodotti dall’uomo. Lo sono ovviamente i rifiuti stessi, sulla cui gestione c’è ancora molto da migliorare. Per fortuna il processo è già iniziato. La ricerca procede spedita e ci indica già le direzioni da seguire: riutilizzare le materie prime grazie al riciclo, cercare nuove forme di approvvigionamento energetico, rimediare i danni dell’inquinamento. Non solo alla scienza ma alle nostre abitudini di tutti i giorni, tuttavia, è affidato il compito di riportare la presenza dell’umanità sulla terra nei limiti della sostenibilità. A ognuno di noi tocca la sua parte ed è importante prenderne coscienza senza delegare il problema agli altri. Alessandra Viola Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788867878390 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2018 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 16 - Gennaio 2019

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PLaNCK! N. 16 - Gennaio 2019 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese L’evoluzione è la più bella storia che sia mai stata raccontata. Da dove veniamo? Qual è il posto dell’uomo nella natura? Sono domande che la mente umana si pone da sempre. La risposta ha la forma di un albero, il grande albero della vita, pieno di ramoscelli verdi (le specie), di snodi tra un ramo e l’altro (gli antenati comuni) e di rami secchi (le specie estinte). Il primo insegnamento dell’evoluzione, infatti, è che siamo tutti parenti e tutti differenti. Ogni essere vivente, dal vermicello alla balena, è legato da una parentela che affonda nella notte dei tempi. Se siamo tutti cugini significa che l’evoluzione non è una scala di progresso con animali che stanno sopra, superiori, e animali che stanno sotto, inferiori. Ogni specie in natura è un’esplorazione di possibilità, una storia unica, un tentativo riuscito, ma imperfetto, di sopravvivere nell’ambiente. Imperfetto perché l’evoluzione non è un ingegnere che mette a punto una macchina impeccabile, ma un artigiano che fa quello che può con il materiale a disposizione. L’evoluzione è bricolage. Il primo a capire tutto questo fu un mite naturalista inglese che nell’Ottocento viveva nelle campagne del Kent, dopo aver circumnavigato il globo per cinque anni: Charles R. Darwin. Di lui sappiamo che non amava gli steccati disciplinari: si interessava di geologia, di zoologia, di botanica, di geografia, di antropologia. L’evoluzione ha questo fascino supplementare: è l’unica teoria scientifica che ci fa volare nel tempo e nello spazio, che spiega fenomeni accaduti milioni di anni fa, grazie ai fossili, e fenomeni che si possono osservare in diretta ancora oggi, sotto il vetrino in laboratorio o passeggiando in una foresta. Lo spirito osservativo e la pazienza permisero a Darwin di afferrare il segreto più intimo dell’evoluzione: la diversità individuale. Non c’è un organismo uguale a un altro. Ciascuno è portatore di differenze casuali (oggi sappiamo dovute a mutazioni genetiche) che permettono di avere maggiori o minori possibilità di sopravvivere e di raggiungere l’età adulta, di riprodursi e quindi di trasmettere ai discendenti le proprie differenze. Non è necessario essere campioni del mondo: basta mimetizzarsi un po’ meglio, correre un po’ più veloce. Nell’evoluzione infatti non sopravvive sempre il più forte, ma anche il più flessibile, il più cooperativo, o qualche volta, semplicemente, il più fortunato! Telmo Pievani Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788854950030 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2019 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 6 - Settembre 2015

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PLaNCK! - N. 6 - Settembre 2015 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese L’accoppiata matematica e computer può sembrare strana...forse perché ci scordiamo che la parola anglosassone “computer”, benché entrata nel vocabolario italiano, significa letteralmente “calcolatore”. Tanto è vero che i primi computer e la teoria stessa che li governa sono stati ideati, studiati e realizzati da matematici. Se poi intendiamo i computer in senso lato (includendo anche smartphone e tablet) e pensiamo a quanto siano entrati a far parte di tantissimi aspetti economici e sociali della vita quotidiana, abbiamo un’ulteriore e concreta conferma di quanto il nostro mondo sia impregnato di matematica. Vi serve qualche esempio? Il primo riguarda la diagnostica per immagini, come la TAC. Dal punto di vista matematico, sottoporsi ad una TAC significa risolvere un “problema inverso”. In parole povere, vorremmo acquisire informazioni sulla struttura interna del nostro corpo in modo indiretto e non invasivo, cioè attraverso strumenti che forniscano misurazioni. I dati acquisiti sono combinati in un modello matematico, che ci permette di ricreare al computer un’immagine dei nostri organi. Il secondo esempio riguarda la pianificazione di operazioni chirurgiche. Un’area di ricerca molto recente consiste nel modellizzare in maniera sempre più precisa il movimento dei fluidi (ad esempio il sangue) nel corpo umano. Tenendo in considerazione i difetti di alcuni organi (ad esempio il cuore), e dopo aver svolto simulazioni al computer, si può definire il punto migliore in cui intervenire chirurgicamente (ad esempio con un bypass) e l’effetto che tale operazione può avere sul paziente. Entrambi questi esempi sono eloquenti nel mostrare quanto un uso corretto della matematica e del computer possa influenzare in modo immediato il nostro progresso e la qualità della nostra vita. Il matematico inglese Alan Turing è considerato il padre del computer e, recentemente, il film “The Imitation Game” ha ripercorso le affascinanti circostanze che portarono alla costruzione di uno dei primi computer moderni. Alan Turing fu anche tra i primi a stabilire, più di settant’anni fa, cosa può e cosa non può essere calcolato: questi limiti saranno validi per sempre, anche per il più potente super-computer che saremo in grado di costruire. Gli articoli e le attività proposte in questo numero di PLaNCK! Aiuteranno i più piccoli e i più grandi a prendere consapevolezza della matematica nascosta dietro ai nostri computer. Buona lettura! Silvia Gazzola Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788867874422 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2015 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 7 - Gennaio 2016

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PLaNCK! - N. 7 - Gennaio 2016 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese C’è una filastrocca di Gianni Rodari che si intitola “Ci vuole un fiore”. Un bravo musicista, Sergio Endrigo, l’ha trasformata in una canzone altrettanto bella - ascoltatela, se vi capita! - che dice: “Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. Per fare un tavolo ci vuole il legno per fare il legno ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il seme per fare il seme ci vuole il frutto per fare il frutto ci vuole un fiore ci vuole un fiore, ci vuole un fiore, per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re.” Se questi due Maestri me lo consentono, vorrei prenderla a prestito per presentarvi il protagonista di questo numero di PLaNCK!: l’atomo! Già, perché se chiedete a un fisico cosa serve per fare un tavolo, vi risponderà… “atomi”! Gli atomi sono i mattoncini di cui è fatto tutto ciò che ci circonda e si attaccano tra loro con una colla molto speciale, che noi fisici chiamiamo “forza elettromagnetica”, un po’ come il cemento fissa tra loro i mattoni di un muro. Atomi: oggettini piccoli, ma tanto piccoli, microscopici. Anzi, più piccoli: con un microscopio non riusciamo infatti a vederli! Pensate che in un fiore ce ne sono circa 100.000.000.000.000.000. 000.000, cioè un numero con… 23 zeri! Qualche fantastilione, direbbe zio Paperone…Anche se non li vediamo abbiamo però capito come sono fatti: un atomo è come un piccolo sole - che si chiama nucleo - con attorno dei pianeti, che si chiamano elettroni. E, cosa sorprendente se pensiamo a quanto duri sono gli oggetti solidi (c’è solo Harry Potter che passa attraverso i muri, noi è meglio che non ci proviamo...), un atomo è in gran parte vuoto! Piccolissimo, quasi vuoto… sembrerebbe proprio un oggettino da niente! Eppure, di questi oggetti quasi vuoti sono fatte le stelle, le montagne, tutto ciò che ci circonda. E, se noi fisici riusciremo a copiare quello che fa il sole - cioè fondere tra loro i nuclei degli atomi - potrebbero anche fornirci un’energia infinita e pulita. Vi è venuta allora un po’ di curiosità di conoscere meglio il signor Atomo? Spero di sì e quindi… buona lettura! Ah, dimenticavo: anche ai fisici piacciono i fiori! Piero Martin Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788867874910 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2016 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 9 - Settembre 2016

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PLaNCK! - N. 9 - Settembre 2016 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese In India ci sono ancora tanti villaggi sperduti dove trovare acqua pulita è un problema quasi irrisolvibile fino a causare la morte di tanti bambini. Ci sono molte tecnologie per purificare l’acqua, ma tutte sono troppo costose. Proprio qui, un giorno, il signor Tata, padrone di un’industria indiana omonima, entrò nel proprio centro ricerche di nanotecnologie e disse al suo capo scienziato “Dobbiamo creare un purificatore di acqua che costi meno di 5000 rupie (circa 60 €)”. Quel giorno gli scienziati avranno pensato che il signor Tata fosse un pazzo! Come si fa a creare un purificatore d’acqua così economico? La soluzione sta nelle nanotecnologie e ve la darò tra poco. Ora vediamo cos’è la nanotecnologia, cioè la tecnologia che sfrutta materiali, oggetti e fenomeni che avvengono nella scala dei nanometri. Un nanometro è la miliardesima parte di un metro. Cosa significa dividere un metro per un miliardo di volte? Pensate alla terra, sì proprio al nostro pianeta. Pensate al suo equatore. Ora se lo divideste per un miliardo di pezzettini tutti uguali cosa otterreste? Avreste un oggetto delle dimensioni di una coccinella. Se ora facessimo la stessa operazione con un uomo, e lo dividessimo per un miliardo di volte, otterremmo qualcosa delle dimensioni di un po’ di nanometri! Ecco cosa è il nanometro. Ma perché le cose in quelle dimensioni sono così importanti? Andiamo a vedere chi c’è a quelle dimensioni: ci troviamo proteine, DNA, ribosomi e tanti altri oggetti bellissimi. Toccatevi un attimo le mani, respirate, guardatevi intorno, fate un bel pensiero. Gli esseri viventi si differenziano dalle cose non-viventi perché tutti posseggono delle piccole macchine che permettono lo sviluppo delle funzioni vitali. Queste macchine sono quelle i cui nomi vi ho dato prima, e sono tutte grandi un po’ di nanometri. Ecco perché la nanotecnologia è così importante, è una scienza e tecnologia che guarda ad una scala di cose quasi magiche… Torniamo ora alla nostra storia iniziale. L’idea che venne alla squadra di nanotecnologi in India è semplice. Dovete sapere che uno dei modi principali per purificare l’acqua è quello di usare dei filtri basati sulle nanoparticelle di silica, delle palline dello stesso materiale di cui sono fatti i vetri, grandi pochi nanometri. Per fare queste palline servono dei metodi costosi ma si trovano anche nella buccia dei chicchi di riso, la rendono dura e resistente agli attacchi degli insetti. I contadini in India, pagano perché queste bucce una volta tolte dai chicchi di riso vengano portate via e buttate. Oggi l’azienda del signor Tata prende le bucce, le brucia e dalle ceneri estrae le nanoparticelle di silica, che poi usa per fare il purificatore d’acqua. Costa così poco che anche i villaggi poveri d’India possono comprarlo! In questo numero di PLANCK! troverete tante belle letture su vari aspetti della nanotecnologia, che spero vi divertiate a leggere. Mentre lo fate pensate alle proteine che vi permettono di trasformare i segnali che gli occhi mandano al cervello in parole. Quelle proteine sono degli oggetti nanotecnologici. Francesco Stellacci Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788867876099 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2016 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 8 - Maggio 2016

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PLaNCK! - N. 8 - Maggio 2016 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese Le molecole possono essere costituite da due o più atomi uguali o diversi tra loro in una struttura che ne caratterizza le funzioni chimiche o fisiologiche. Ci sono più di 100 elementi conosciuti nella tavola periodica per cui si può pensare che il limite al numero di molecole possibili sia determinato dal numero di atomi disponibili. Ma pensate che la combinazione di alcuni elementi come il carbonio, l’idrogeno, l’ossigeno, l’azoto, lo zolfo e il fosforo ha prodotto più di 16 milioni di molecole, se contiamo sia quelle di origine naturale sia quelle artificiali prodotte in laboratorio. Ci sono molecole semplici come l’acqua o l’ossigeno molecolare dell’aria che respiriamo. Ma esistono molecole molto più complesse come l’emoglobina, la proteina che nel nostro sangue trasporta l’ossigeno alle cellule. E alcune molecole noi le “sentiamo” tutti i giorni! Basta pensare al profumo soave del ciclamino o all’odore pungente e sgradevole della cimice verde delle piante che sono dovuti a molecole diverse che vengono rilasciate nell’aria e percepite dal nostro sistema olfattivo. E ancora il gusto di carne arrostita, di pancetta affumicata, o il sapore di pane appena uscito dal forno sono dovuti ad altrettante molecole. Nel loro mondo incredibilmente affollato, gli insetti non possono riconoscersi a vista per cui utilizzano la percezione di piccolissime quantità di molecole speciali, chiamate feromoni, rilasciate in atmosfera da ciascuna specie. Sul versante delle molecole non naturali, create da chimici che si possono definire davvero degli architetti molecolari, spiccano i farmaci, i coloranti, i catalizzatori o i prototipi di dispositivi e macchine a livello molecolare che in un futuro non molto lontano potranno avere ricadute importanti nel campo dei calcolatori e della medicina. Buon viaggio tra le molecole di PLaNCK! ricordando che la vita sul nostro pianeta ha basi molecolari i cui meccanismi di fondo, nonostante la grande biocomplessità, sono relativamente semplici e regolati da interazioni deboli tra le molecole e variazioni della loro forma… come sta avvenendo proprio ora! Mentre stai leggendo queste parole i tuoi occhi utilizzano una molecola chiamata retinale per convertire la luce visibile in impulsi nervosi.   Michele Maggini Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it   Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento   ISBN:9788867875603 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2016 Stato: Non Disponibile

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PLaNCK! N. 10 - Gennaio 2017

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PLaNCK! - N. 10 - Gennaio 2017 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese Cos’è, una cellula? Beh, non c’è dubbio: è l’unità fondamentale di quella particolare organizzazione della materia che chiamiamo vita. Però, se possibile, è anche di più: è, per dirla con Theodosius Dobzhansky, la prima manifestazione di un trascendimento evolutivo. Quello che ha consentito alla materia di passare da una dinamica fisica e chimica a una dinamica biologica. Di più: la cellula è la metafora e la prima concreta rappresentazione di una caratteristica intrinseca del vivente: la complessità. La complessità nella cellula va individuata in tre caratteristiche che non troviamo nelle unità della materia non vivente: la diversità, lo scambio, il cambiamento. Prendiamo in considerazione le unità fondamentali della materia allo stato fisico: gli elettroni (più in generale i leptoni) e i quark. Ebbene, ogni elettrone è identicamente uguale a se stesso. E così un quark up è identicamente uguale a un quark up. Lo stesso possiamo dire, in buona sostanza, per l’unità fondamentale della chimica: la molecola. Una molecola di idrogeno elementare è del tutto omologa a un’altra molecola di idrogeno elementare. Non così la cellula: non ce n’è una uguale a un’altra. Poco o molto, ogni cellula è diversa dall’altra. La diversità, dunque, distingue il biologico fin dalla sua struttura più elementare. Analogo il discorso sulla capacità di scambio di materia tra l’unità fondamentale e l’ambiente. L’elettrone certamente interagisce con l’ambiente, ma non acquisisce né cede materia. La molecola di idrogeno certamente interagisce con l’ambiente scambiando materia, ma solo a patto di trasformarsi in qualcos’altro. La cellula scambia continuamente materia con l’ambiente che la circonda, restando se stessa. Il cambiamento, infine. Un elettrone non cambia mai. Né cambia una molecola di idrogeno (se non per trasformarsi in qualcos’altro). La cellula cambia continuamente, pur restando se stessa. È questo cambiamento continuo della cellula che è, letteralmente, la vita. Ogni cellula è diversa dall’altra, ogni cellula interagisce continuamente con l’ambiente restando se stessa, ogni cellula cambia continuamente. Ogni cellula, dunque, ha una dinamica complessa: non è possibile prevedere con esattezza come sarà una cellula domani, anche se a posteriori è sempre possibile spiegare precisamente come e perché è cambiata. La cellula, dunque, ha una storia. Unica e irripetibile. Ecco perché la cellula non è solo l’unità fondamentale, ma anche la metafora della vita, che è quell’organizzazione particolare della materia caratterizzata dalla diversità, dalle relazioni e dal cambiamento. In una parola, dalla complessità. Pietro Greco Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788867876105 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2017 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 11- Maggio 2017

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PLaNCK! - N. 11 - Maggio 2017 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese Occhio alle bufale! Non mi riferisco alla femmina di quel mite quadrupede dal cui latte si ricava una mozzarella veramente speciale. Parlo piuttosto di quelle notizie infondate o palesemente false che a tutti capita di leggere sul web, sui giornali o di sentire in TV, magari senza accorgerci che sono menzogne. Le bufale, insomma. Perché ne vogliamo parlare anche su PLaNCK!? Perché rappresentano un problema grosso nella società di oggi e saperle riconoscere ed evitare è importante. Pensate che i Dizionari di Oxford hanno nominato “post-truth”, cioè post-verità, la parola dell’anno 2016. È un termine con cui si vogliono indicare quelle circostanze «in cui i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e credenze personali nel formare l’opinione pubblica». Avete capito? Se qualcuno ci dice per esempio che l’acqua di un fiume di montagna è trasparente, ma noi siamo convinti che sia inquinata e velenosa, nessun attestato di purezza dell’acqua, nessun test chimico sulla sua composizione potrà convincerci del contrario. E noi continueremo a crederla velenosa, persino di fronte a qualcuno che di fronte a noi la beve e non si sente male. Le bufale, naturalmente, sono sempre esistite, ma un tempo era più facile riconoscere una fonte credibile da una che non lo era, e chi aveva fama di serietà e rigore era attento a non perdere tale ruolo. Oggi sembra non sia più così e ognuno va a cercarsi le notizie non presso le fonti più autorevoli ma presso quelle che confermeranno i propri pregiudizi. E sui social media è facilissimo trovare chi continua ad alimentare le bufale, contribuendo a diffondere la superstizione, la diffidenza verso la scienza e l’innovazione e alimentando la credulità nei confronti di pseudoscienze e teorie infondate. Esempi sono la convinzione che i vaccini provocherebbero l’autismo, l’idea che esistano cure miracolose contrastate dalla medicina “ufficiale”, il terrore che i vapori acquei rilasciati dagli aerei siano in realtà “scie chimiche” dannose alla salute, la possibilità di prevedere con esattezza l’insorgere di un terremoto… Credenze del tutto false, ma che si è visto sono impossibili da modificare semplicemente fornendo dati attendibili e corretti. Di fronte a fatti oggettivi che contrastano con le proprie convinzioni, insomma, le persone preferiscono ignorare la realtà e insistere nei propri errori. Per questo è importantissimo imparare già da ragazzi a riconoscere le fandonie e a smontarle, imparando un metodo, conoscendone la storia e imparando a usare le fonti in maniera corretta. Ed è proprio quello che da questo numero in poi cercheremo di fare insieme. Siete pronti a smascherare la prossima bufala? Massimo Polidoro Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK! www.planck-magazine.it Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento ISBN:9788867877294 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2017 Stato: Disponibile

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PLaNCK! N. 12- Settembre 2017

PLaNCK! N. 12- Settembre 2017

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PLaNCK! - N. 11 - Maggio 2017 Rivista quadrimestrale ISSN 2284-0761 italiano/inglese   Migliaia di mondi da esplorare   Siamo soli nell’universo? È una di quelle domande che ci facciamo tutti, almeno una volta nella vita, magari dopo aver osservato un cielo stellato o aver visto un film di fantascienza. In effetti, pensare che il nostro possa essere l’unico pianeta, in tutto il cosmo, in cui sia apparsa la vita, rasenta l’assurdo. Esistono centinaia di miliardi di galassie, ognuna con centinaia di miliardi di stelle. La maggior parte delle stelle è più antica del nostro Sole, e le più vecchie hanno età paragonabili a quella dell’intero universo, che è di circa 13,8 miliardi di anni. Da alcuni anni abbiamo anche le prove che praticamente ogni stella ha almeno un pianeta che le orbita attorno, almeno nella nostra galassia (e non c’è ragione di credere che le cose non stiano così anche nelle altre): si tratta di un numero strabiliante di mondi, molti dei quali potrebbero avere le condizioni fisiche e chimiche adatte a innescare processi analoghi a quelli che, sul nostro pianeta, hanno portato alla comparsa dei primi organismi viventi. Sembrerebbe esserci stato tempo e spazio in abbondanza, dunque, per la comparsa di altre forme di vita fuori dalla Terra. Eppure, a tutt’oggi, non abbiamo ancora nessuna evidenza che questo sia accaduto davvero. È questa assenza di prove che, negli anni ‘50, portò il fisico italiano Enrico Fermi a formulare una domanda poi diventata quasi proverbiale, quando si parla di vita extraterrestre, e cioè: “Dove sono tutti quanti?”. Fermi, in realtà, si chiedeva se non esistessero altre civiltà molto più antiche e tecnologicamente avanzate della nostra e, in tal caso, come mai non fossero mai venute a trovarci (tranne che nei film di fantascienza, appunto). In realtà, gli scienziati che oggi si occupano di cercare la vita nel cosmo sanno che è di gran lunga più probabile che gli extraterrestri siano dei microbi. Sul nostro pianeta, infatti, tutto è iniziato da microscopici organismi unicellulari, e essi sono stati gli unici abitanti del nostro pianeta per miliardi di anni, prima che la selezione naturale portasse alla differenziazione delle specie multicellulari, tra cui la nostra. Insomma, andare in cerca degli alieni è molto più complicato che cercare astronavi nel cielo. Ma, per la prima volta da quando l’umanità si è posta la domanda, proprio in questi anni abbiamo finalmente la possibilità di cercare una risposta con le armi della scienza. Ci sono migliaia di mondi da esplorare, là fuori: sarà un viaggio lungo ed entusiasmante. Amedeo Balbi Astrofisico, divulgatore scientifico Sommario Per essere sempre aggiornati su attività, eventi e contattare la redazione di PLaNCK!   Comitato Scientifico Dipartimento di Fisica e Astronomia Prof. Alberto Carnera Dott. Stefano Ciroi Prof.ssa Ornella Pantano Prof. Giulio Peruzzi Dott.ssa Cinzia Sada Dipartimento di Scienze Chimiche Dott. Massimo Bellanda Dott.ssa Laura Orian Dott. Giacomo Saielli Dott.ssa Elisabetta Schievano Redazione Direttore responsabile: Andrea Frison Caporedattore: Marta Carli Responsabile progetto: Agnese Sonato Testi a cura di: Marta Carli, Agnese Sonato, Gianluca Pozza, Marco Maggioni Versione inglese: Anna Morato Revisione: Petra Spataro, Andrea Frison Fumetto: Bianca Maria Scotton (disegni), Maurizio Marinaro e Gianluca Pozza (testi) Progetto grafico: Stefano Pozza Fotografia: Agnese Sonato Sito Web: Maurizio Marinaro (ComIn!Solutions) Blog: Ilaria Trento   ISBN: 9788867877300 Collana: PLaNCK! Autore: Associazione Accatagliato Edizione 2017 Stato: momentaneamente non disponibile

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