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Couscous
€ 18,00
Come un piatto tutto sommato povero, consumato nell’antichità da popolazioni nomadi del Sahara è diventato un cibo condiviso fra le due rive del Mediterraneo? Di ampio consumo oggi, approdato nei menù di ristoranti di mezza Europa e arricchito con ricette di chef creativi, il couscous circola liberamente fra le due sponde del mare nostrum. Un esempio di come il cibo possa segnare, al tempo stesso, una linea che separa gusti e palati ma anche una frontiera facile da varcare, senza pagare dazi simbolici ai custodi intransigenti delle identità culturali pensate, perciò, come irrimediabilmente diverse e incompatibili fra loro. La storia del couscous, dalle origini berbere sino alle modulazioni e agli innesti che ha subito, grazie alle felici contaminazioni sia con la cucina ebraica sia con l’arte culinaria italiana, ci insegna come questo cibo, che per secoli ha identificato gran parte le genti del Maghreb, sia riuscito a far sedere attorno allo stesso tavolo persone di fede e di culture differenti, adattandosi ai loro diversi gusti e precetti alimentari. Un piatto senza frontiere. Enzo Pace è stato docente di Sociologia delle religioni all’Università di Padova. Directeur d’études invité all’École des Hautes Études en Sciences Sociales, è stato Presidente dell’International Society for the Sociology of Religion. I suoi interessi di ricerca riguardano i movimenti di tipo fondamentalista, le forme moderne di pentecostalismo e la religione in internet. Si è a lungo occupato di sociologia dell’Islam e, in questo ambito, ha istituito il Master in studi sull’Islam europeo all’Università di Padova. Tra le sue recenti pubblicazioni: Introduzione alla sociologia delle religioni (Roma, 2021, nuova edizione); Cristianesimo extra-large (Bologna, 2018); Religiosità senza religioni (Napoli, 2015) e La comunicazione invisibile. Religioni in internet (Milano, 2013). Indice Introduzione Recensione «Dialoghi mediterranei», 1-01-2023 ISBN: 9788854954205 Collana: Homo edens. Alimentarsi tra cultura, paesi e regioni, 5 Autore: Enzo Pace Edizione: 2022 Stato: disponibile dal 25 febbraio 2022
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Vai al carrello"Ho comprato un aspergillo e quattro santi di carta"
€ 16,00
Nell’archivio della parrocchia di San Giustino martire, in provincia di Arezzo, sono conservati due volumetti di memorie, in uno dei quali l’arciprete Giovan Battista Burali aveva registrato tutte le spese sostenute durante la sua permanenza in parrocchia, dal 1711 al 1762, e nell’altro aveva elencato tutti i predicatori che erano venuti a predicare nello stesso periodo. Aveva aggiunto anche preziose informazioni su varie vicende della vita della parrocchia, legate alla ricostruzione della chiesa, alle pratiche religiose, alla costituzione delle varie congregazioni e aveva annotato anche eventi eccezionali accaduti in quegli anni, come un periodo di siccità, un’epidemia del bestiame, la caduta di un fulmine sul campanile, la visita di personaggi illustri. Il tutto è narrato con un linguaggio vivo, accompagnato da espressioni colorite ed efficaci, che ne rendono piacevole la lettura, anche quando è presentato il meticoloso elenco delle spese. Si legge, ad esempio, dell’acquisto di un aspergillo, cioè un aspersorio, di “quattro santi di carta”, di un Gesù Bambino “che si adopera la notte di Natale”, di un oggetto “per arondir l’ostie”. Da questi libretti è possibile avere un quadro abbastanza definito su una pagina di storia locale della comunità della parrocchia e rivivere certe pratiche religiose dell’epoca che poi sono rimaste immutate almeno fino alla seconda metà del secolo scorso. Franco Bonarini è stato professore di Demografia nella Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Padova. Tra le sue ultime pubblicazioni La popolazione della parrocchia di San Giustino 1700-2000 (cleup 2021). Indice Introduzione ISBN: 9788854954779 Collana: Scienze storiche Autore: Franco Bonarini Edizione: 2022 Stato: disponibile
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Vai al carrelloCent’anni di Veneto Agricoltura
€ 24,00
Le origini dell’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario – Veneto Agricoltura risalgono al lontano 1920, quando l’élite politica, economica e intellettuale veneta diede vita all’Istituto di ricostruzione e di rinascita agraria di Venezia e Treviso, il nucleo originario di quello che sarebbe diventato qualche anno più tardi l’Ente di rinascita agraria per le Tre Venezie e che avrebbe assunto nel 1939 la denominazione di Ente Nazionale per le Tre Venezie. L’ Entv, rimasto in vita fino al luglio 1977, si impegnò in particolare a favore della cooperazione nel settore primario e dello sviluppo agro-industriale, fino ad attuare innovativi progetti di promozione turistica. Ad assumere molte delle funzioni proprie dell’Entv fu l’Ente di Sviluppo Agricolo del Veneto (Esav), istituito nel marzo del 1977. Negli anni Ottanta l’attenzione dell’Esav venne rivolta soprattutto verso l’utilizzo delle terre incolte e lo sviluppo della conduzione consociata di terreni e allevamenti. Nell’ultimo decennio del secolo scorso si sviluppò un acceso dibattito sulla funzionalità e l’economicità di questo ente, che portò alla sua soppressione. La Regione decise allora di far nascere, nel 1997, una realtà completamente nuova – l’Azienda regionale del Veneto per i settori agricolo, forestale e agroalimentare “Veneto Agricoltura” – che riassunse in sé, oltre alle funzioni dell’Esav, quelle dell’Azienda Regionale delle Foreste del Veneto e dell’Istituto lattiero caseario e per le biotecnologie agroalimentari di Thiene. Veneto Agricoltura non era più ora soltanto un ente impegnato nel settore agricolo, ma veniva formalmente destinato a operare nel settore agroalimentare e in quello forestale. In questo modo, in un’unica Azienda iniziarono a interagire mondi che fino ad allora avevano seguito percorsi separati. L’ultimo passaggio della trasformazione di questo Ente si è avuto nel novembre 2014, quando venne ufficialmente istituita l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario – Veneto Agricoltura. Oggi questa Agenzia si impegna in maniera ancor più incisiva che nel passato a diffondere i principi della sostenibilità nel settore primario veneto attuando le direttive dell’Unione Europea. ELISABETTA NOVELLO Professore Associato in Storia economica presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università degli Studi di Padova. È titolare dei corsi di Storia economica, Storia Ambientale, Food and Wine History, Anthropology and Society e Storia orale. Ha pubblicato libri e articoli sulla storia della bonifica in Italia e nel Veneto, saggi di storia urbana e rurale, storia economica, storia ambientale e storia orale. È responsabile scientifico del Laboratorio di Storia Orale (LabOr) dell’Università di Padova (www.lab-or.it). È direttore scientifico di “Terrevolute” (www.terrevolute.it), un progetto multidisciplinare iniziato nel 2014 e dedicato alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale dei Consorzi di bonifica. È coordinatrice del Comitato Scientifico Nazionale del Progetto ‘Terrevolute 2022’ dell’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (ANBI). Prefazioni Presentazione Introduzione ISBN:ISBN: 9788854954656 Collana: TerrEvolute 3 Aurore: Elisabetta Novello Prefazioni: Luca Zaia, Federico Caner Presentazione: Nicola Dell'Acqua Edizione: 2021 Stato: Disponibile
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Vai al carrelloCarte Fedrigoni. Inventario
€ 37,00
Questo inventario descrive gli archivi prodotti dalle cartiere della famiglia Fedrigoni a partire dal 1888 e da altri protagonisti dell’industrializzazione di Verona nel periodo successivo alla smilitarizzazione della città dopo il 1866. I documenti archivistici, recentemente riordinati e collocati nella prestigiosa sede di Casa Fedrigoni, sono di tipologie molto differenziate: oltre al consueto carteggio amministrativo, ai libri contabili e ai fascicoli relativi al personale, ci sono campionari, brevetti, registrazioni di marchi, cartografia, progetti per fabbricati e dotazione di impianti e macchinari, strumenti di laboratorio, fotografie di eventi, di stabilimenti e di prodotti, matrici per filigranatura a secco e a umido, forme per la fabbricazione della carta a mano. L’inclusione di questi materiali apparentemente ‘anomali’ nel complesso archivistico e la loro descrizione, condotta introducendo spesso metodi innovativi, anche se coerenti con logiche archivistiche consolidate, consente di ricostruire efficacemente le vicende di una famiglia di imprenditori, l’evoluzione urbanistica ed economica di una città, le tecnologie produttive di un settore strategico per la vita quotidiana di ognuno in tutto il mondo. Giorgetta Bonfiglio-Dosio si occupa di archivi dal 1969, in ruoli differenti: è stata funzionario e primo dirigente nell’amministrazione degli Archivi, professore ordinario di archivistica all’Università di Padova, vicepresidente del Comitato tecnico-scientifico degli archivi e componente del Consiglio superiore beni culturali, consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, consigliere e presidente dell’ANAI-Sezione Veneto; è attualmente, dopo il pensionamento, professore a contratto di archivistica nelle Università Ca’ Foscari di Venezia, Macerata, Firenze, direttore scientifico della rivista «Archivi», socia di numerose accademie e società scientifiche, presidente dell’associazione Archi-VA Valori Archivistici. Ilaria Montin, dopo essersi laureata in Conservazione dei beni culturali a Ca’ Foscari e aver frequentato e concluso il Master in gestione, valorizzazione e conservazione del patrimonio industriale all’Università di Padova, si è dedicata dal 2003 agli archivi d’impresa e alla valorizzazione del patrimonio industriale, a supporto delle diverse esigenze aziendali (pubbliche relazioni, conferenze stampa, archivio del prodotto, marketing, comunicazione ed eventi). Ha censito, insieme ad altri archivisti, l’archivio Lanerossi a Schio, ha collaborato con l’archivio Benetton, ha schedato i campionari tessili della Lanerossi, ha schedato e riordinato l’archivio della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, curandone il successivo deposito all’Archivio di Stato di Padova. Dal 2018 si occupa dell’archivio storico Fedrigoni e del suo museo. Indice Introduzione ISBN: 9788854954410 Collana: Invenire, 7 Autrici: Giorgetta Bonfiglio-Dosio, Ilaria Montin Edizione: 2021 Stato: disponibile
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Vai al carrelloArchivio Papafava Antonini dei Carraresi. Miscellanea nuova
€ 22,00
Questo strumento descrittivo è il risultato di un’attività di salvaguardia che si è protratta negli anni: un itinerario laborioso che ha consentito di trasformare l’iniziale coacervo di carte, sparso disordinatamente sul pavimento della soffitta di palazzo Trento Papafava a Padova, in un insieme di documenti opportunamente condizionati e analiticamente descritti. I documenti, in originale o in copia, risalgono al XIII secolo e riguardano cospicue famiglie padovane, vicentine e friulane che con i Papafava hanno stretto legami complessi: sono quelli che usualmente si trovano in archivi nobiliari di antico regime e dell’Ottocento (contratti nuziali, testamenti, questioni ereditarie, cause per la difesa dei diritti patrimoniali e la conservazione del patrimonio, soprattutto immobiliare, rapporti con esponenti dell’aristocrazia europea, ma anche qualche sprazzo di cultura, sedimentatasi in appunti e relazioni, e alcuni corposi epistolari, capaci di aprire uno spiraglio sui rapporti interpersonali). Le descrizioni archivistiche, apparentemente aride e asettiche, consentono di ricostruire con l’immaginazione tante vite di donne e di uomini, vicende di territori perennemente soggetti a disastri naturali, opere di messa a frutto dei possedimenti fondiari, realizzazione di timide imprese economiche e proto industriali. La lettura delle descrizioni è agevolata dalla presenza dell’indice dei nomi di persona, località, istituzioni, cose notevoli e dalla presenza di 20 alberi genealogici relativi a famiglie documentate dal fondo archivistico. Giorgetta Bonfiglio-Dosio si occupa di archivi dal 1969, in ruoli differenti: è stata funzionario e primo dirigente nell’amministrazione degli Archivi, professore ordinario di archivistica all’Università di Padova, vicepresidente del Comitato tecnico-scientifico degli archivi e componente del Consiglio superiore beni culturali, consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, consigliere e presidente dell’ANAI-Sezione Veneto; è attualmente, dopo il pensionamento, professore a contratto di archivistica nelle Università Ca’ Foscari di Venezia, Macerata, Firenze, direttore scientifico della rivista «Archivi», socia di numerose accademie e società scientifiche, presidente dell’associazione Archi-VA Valori Archivistici. Indice ISBN: 9788854954113 Collana: Invenire, 6 Autore: Giorgetta Bonfiglio-Dosio Edizione: 2021 Stato: disponibile
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Vai al carrelloArcheologi nelle terre di bonifica
€ 18,00
Nel corso dei secoli alcuni paesaggi, più di altri, hanno cambiato profondamente la propria fisionomia. È questo il caso delle “terre di bonifica”, ambienti da sempre dominati dalle acque che moderni interventi di ingegneria idraulica, messi in atto tra ’800 e ’900, hanno trasformato in terreni da abitare e sfruttare principalmente a fini agricoli. In questi luoghi, originariamente anfibi, si è persa non solo la consuetudine dell’uomo a rapportarsi con l’elemento acqueo, ma anche la memoria delle peculiari caratteristiche dei paesaggi pre-bonifica che per secoli hanno condizionato scelte insediative e modalità d’uso del territorio. Il volume raccoglie alcuni contributi che trattano di queste terre in epoche antiche e dei sistemi adottati per favorire il deflusso idrico, migliorare le condizioni dei terreni e contrastare l’impaludamento, con l’intento di far riemergere il valore paesaggistico e culturale dei luoghi, anche in chiave di valorizzazione turistica sostenibile e innovativa. Una sfida che si può vincere attraverso la condivisione più ampia possibile dei risultati delle ricerche multidisciplinari e le straordinarie potenzialità delle tecnologie applicate ai beni culturali. Maria Stella Busana professore di Archeologia romana presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, si occupa di popolamento rurale, di architettura residenziale e di produzioni. Elisabetta Novello professore di Storia economica presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, si occupa di storia ambientale, di storia economica e di trasmissione orale. Alice Vacilotto assegnista di ricerca in Archeologia presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, si occupa di archeologia dei paesaggi e di valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico. Indice Introduzione ISBN:ISBN: 9788854953581 Collana: TerrEvolute 2 Curatori: Maria Stella Busana, Elisabetta Novello, Alice Vacilotto Edizione: 2020 Stato: Disponibile
€ 18,00
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Vai al carrelloArchivi 4.0 e Paesaggio
€ 16,00
Archivi 4.0 e Paesaggio. La digitalizzazione del patrimonio culturale è una raccolta di saggi che hanno come comune denominatore l’importanza di preservare e valorizzare le fonti primarie legate alla storia economica, sociale, politica e ambientale di un territorio. Nel volume l’attenzione è rivolta, in particolare, agli ambienti ‘artificiali’ modellati dall’uomo secondo le proprie esigenze e oggi percepiti dalle comunità locali come ‘naturali’ e facenti parte della loro identità. Questi ambienti sono depositari di un rilevante patrimonio culturale, materiale e immateriale, che deve essere innanzitutto riconosciuto come tale e quindi tutelato. Nel contesto attuale, un’efficace valorizzazione delle fonti primarie, conservate negli archivi degli enti preposti alla gestione del territorio, non può non tenere conto dell’evoluzione della tecnologia multimediale, la quale consente di raggiungere un’utenza molto ampia in modo immediato, chiaro ed economico: è necessario, quindi, pensare in termini di Archivi 4.0. Mario Brogi professore di Archivistica e Archivistica speciale presso il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova. È responsabile scientifico del progetto di ordinamento dell’Archivio storico del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale. Elisabetta Novello professore di Storia economica, Storia ambientale e Storia orale presso il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova. È responsabile scientifico di «Terrevolute» (www.terrevolute.it), un progetto multidisciplinare sul patrimonio materiale e immateriale dei Consorzi di bonifica nel Veneto. Remy Simonetti dottore di ricerca in Storia Medievale, curatore dell’Archivio storico del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, si è occupato di storia delle istituzioni e storia del territorio in area veneta tra Medioevo e prima Età Moderna. Indice Prefazione Introduzione ISBN: 9788854953574 Collana: TerrEvolute 1 Curatori: Mario Brogi, Elisabetta Novello, Remy Simonetti Prefazione: Giorgetta Bonfiglio Dosio Edizione: 2020 Stato: Disponibile
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Vai al carrelloScolari greci all'Università di Padova
€ 26,00
Nel labirinto di date ed eventi che scandirono il graduale processo della penetrazione occidentale nell’area tradizionalmente greca, l’orma che lo Studio di Padova impresse sul mondo greco moderno appare non lieve. La formazione universitaria svolse un ruolo importante non solo nello spirito e nelle vicende umane dei protagonisti, ma anche nelle sollecitazioni di varia natura che troviamo poi concretamente riflesse sulla società di appartenenza, quando di ritorno nella loro terra d’origine, diploma di laurea alla mano, i giovani scolari greci si adoperarono in vario modo per il rinnovamento politico e culturale della propria patria. Diventando interpreti di nuove esigenze e punti di fusione tra culture e mondi diversi, essi animarono uno dei più vivaci e fecondi capitoli della storia del Mediterraneo, costituendo nel loro insieme, spesso anche consapevolmente, la sintesi di quelle contrastanti correnti di pensiero dalle quali nacque e si sviluppò l’idea dell’Europa moderna. Francesco Scalora ha conseguito il doppio titolo di dottore di ricerca in Filologia e cultura greco-latina e storia del Mediterraneo antico all’Università degli Studi di Palermo e in Filologia neogreca all’Università di Creta. Ricercatore post-doc presso il Dipartimento di Storia ed Archeologia dell’Università Nazionale “I. Kapodistrias” di Atene, ha poi lavorato alla National Hellenic Research Foundation con sede nella stessa città. Si occupa in particolare dei rapporti tra Italia e Grecia in età moderna, studi già in parte confluiti nel volume Sicilia e Grecia. La presenza della Grecia moderna nella cultura siciliana del XIX secolo (ISSBI, Palermo 2018). Attualmente svolge le sue ricerche nel Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Indice Premessa ISBN: 9788854952980 Collana: ITHACA - Scienze dell´Interpretazione, 16 Autore: Francesco Scalora Edizione 2020 Stato: Disponibile
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Vai al carrelloZuccheide mantovana
€ 16,00
Al tempo delle favole gli animali parlavano tra loro e con l’uomo. Poi arrivò la condanna di Babele e oggi tutti parlano senza intendersi. Nel fascino di una notte magica può capitare di essere “magiati” dalla forma di una grossa zucca posta al centro del tavolo di cucina, in attesa di una sorte segnata. Nel silenzio e nella semioscurità ritorna la disposizione all’ascolto e la facoltà della parola per chi sembrava averla perduta e si può intessere il dialogo tra la Cucurbita e il Medico; un dialogo che rimanda a quel mondo delle piccole cose che rivelano l’essenza dell’esperienza umana. Raffaele Ghirardi, medico, è membro dell’Accademia Nazionale Virgiliana. Ha pubblicato Come ragionano i medici. Atti del convegno (Sometti 2008), La febbre cattiva. Storia di un’epidemia e del suo passaggio per Mantova (Bruno Mondadori 2013), Sentore d’aglio in salsa mantovana. Virtù e usi di una pianta umile, musa di sapienza antica (Cleup 2017). Incipit Postfazione dell'autore ISBN: 9788854952959 Collana: Homo edens. Alimentarsi tra cultura, paesi e regioni, 4 Autore: Raffaele Ghirardi Edizione: 2020 Stato: disponibile
€ 16,00
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