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La zattera di pietra | Collana di Iberistica - Testi e Strumenti

LA ZATTERA DI PIETRA
Collana di Iberistica
Testi e strumenti
Collana diretta da Giovanni Borriero, Giovanni Cara e Barbara Gori

 
Comitato scientifico:
António Apolinário Lourenço (Universidade de Coimbra)
Manuel Ferreiro (Universidade da Coruña)
Giorgio de Marchis (Università di Roma Tre)
Carmen Mejía Ruiz (Universidad Complutense de Madrid)
Carlo Pulsoni (Università degli Studi di Perugia)
Antonio Sáez Delgado (Universidade de Évora - Portogallo).
 
Comitato editoriale:
Stefano Bazzaco (Università di Verona)
Ivo Elies Oliveras (Scuola Superiore Meridionale)
Maria Aparecida Fontes (Università degli Studi di Padova)
Guia Minerva Boni (Università L'Orientale di Napoli).
Santiago Serantes Blanco (Università degli Studi di Padova)
 
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«Scende la penisola, ma scende lentamente. I saggi, seppure con molta prudenza, prevedono che il movimento stia per cessare, fiduciosi nell’evidenza universale che se il tutto, in quanto tale, non si ferma mai, le parti che lo compongono devono pur fermarsi una volta, e la dimostrazione di questo assioma è la vita umana, ricchissima, come si sa, di possibilità comparative.»
José Saramago, La zattera di pietra

La collana prende a prestito dal grande scrittore portoghese José Saramago la suggestione della penisola iberica che lentamente si frattura lungo i Pirenei e si muove incuneandosi verso l’Atlantico come una immensa zattera minerale che trasporta uomini e cose, quasi ondeggiando nel pianeta tra la propria appartenenza continentale e tutti i debiti che, al di là dell’oceano, ha lasciato ancora inevasi.
L’idea di risalire alla vecchia impostazione degli studi di iberistica intende essere tutt’altro che retrograda; vuole invece assumere per intera la responsabilità di aggirare l’iperspecializzazione delle varie correnti di studies (senza per questo escluderle, ma anzi prevedendole come isolotti di un arcipelago da visitare) e osservare dialetticamente e ad ampio spettro gli scambi, le relazioni osmotiche, i passaggi, i ponti costruiti nel tempo sulla mappa ibero-romanza. La mappa  a un certo punto si confrontò anche violentemente con la propria immagine, che dalle sponde delle colonie ritornava rovesciata come in uno specchio. Per questo i Testi e gli Strumenti cercheranno di aggirarsi in tale universo a volte come portolani e itinerari di piccolo cabotaggio (per esempio le culture insulari); altre volte come primi tentativi di sintesi teorica; altre volte ancora come monografie e testi tradotti; infine, perché no, anche come manuali a uso didattico aperti alla libertà di confronto per evitare definitivamente una infausta separazione tra Kultur e Zivilisation, della quale a sua volta spesso la storia iberica ha subito paradossali conseguenze rispetto all’Europa proprio mentre la praticava nelle colonie.
La zattera intende accogliere tutte le lingue stanziate nella penisola iberica: il castigliano, il galego, il catalano, ma anche il basco; così il portoghese e l’intero mondo lusofono al di là dei diversi mari.

 
Le fatiche di Persiles e Sigismunda

Le fatiche di Persiles e Sigismunda

€ 50,00

Il Persiles (1617), romanzo postumo al quale Cervantes lavorò fino agli ultimi giorni di vita, è l’ennesimo cimento dell’autore nella tradizione narrativa nota al suo tempo. Il terreno di confronto è il romanzo greco e l’interlocutore ideale è Eliodoro con le Etiopiche. Cervantes sfrutta a fondo il dispositivo del libro di avventure e, come gli è tipico, segue i personaggi lungo un doppio itinerario di parole che raccontano il mondo e al contempo indagano ragioni e scaturigine dell’arte. Nel viaggio che – tra Atlantico e vecchio mondo, Tule e Roma – compone in una traiettoria lo spazio occidentale noto al tempo, la protagonista femminile si confronta coi propri simulacri figurativi, che si moltiplicano e la pongono di fronte alla vertigine del doppio o la trasformano in una dea equorea che emerge naufraga dai mari. La politica imperiale, intanto, ha spostato il baricentro d’interessi dal Mediterraneo verso le nuove rotte; il mondo è cambiato e Cervantes ne coglie il drammatico significato politico. Giovanni Cara insegna Letteratura spagnola nell’Università di Padova. Si occupa specialmente dei secoli d’oro e di romanzo tra Otto e Novecento. Tra le sue pubblicazioni in volume: Il vejamen in Spagna nella prima metà del XVII secolo (Bulzoni, 2001); Studi su Cervantes (Cleup, 2010); Repertorio delle continuazioni italiane ai romanzi cavallereschi spagnoli con Anna Bognolo e Stefano Neri (Bulzoni, 2013); l’edizione di Tirso de Molina, El condenado por desconfiado /  Dannato perché incredulo, nel volume I su Il teatro dei Secoli d’Oro (Bompiani, 2014). Indice Estratto dell'Introduzione Incipit del Libro primo delle fatiche di Persiles e Sigismunda ISBN: 9788854954823 Collana: La zattera di pietra, 1 Autore: Miguel de Cervantes Curatore: Giovanni Cara Edizione: 2022 Stato: disponibile

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