Biblioteca pavana
collana diretta da Luca D'Onghia (Università degli Studi di Siena) e Ivano Paccagnella (Università degli Studi di Padova)
Comitato scientifico
Ronnie Ferguson (University of St Andrews), Lucia Lazzerini (Università di Firenze), Anna Scannapieco (Università di Padova), Lorenzo Tomasin (Université de Lausanne), Piermario Vescovo (Università Ca’ Foscari di Venezia)
La collana «Biblioteca pavana» si prefigge di studiare a fondo la splendida stagione della letteratura pavana tra Quattro e Seicento.
Dopo la meritoria pubblicazione integrale con traduzione a fronte delle opere del suo grande caposcuola, Angelo Beolco detto Ruzante, curata da Ludovico Zorzi (1967) e le edizioni critiche di Pastoral, Prima oratione, Lettera giocosa (1978), Seconda oratione, Dialogo facetissimo, Parlamento, Dialogo secondo (1981) curate da Giorgio Padoan, bisogna aspettare il 2010 per l’edizione critica di Moschetta con ampio commento di Luca D’Onghia.
La filologia e lo studio della letteratura pavana, che era stata una delle grandi imprese della scuola veneta, da Lovarini a Cian, da Folena a Baratto, da Padoan a Marisa Milani, ha avuto nell’ultimo quindicennio uno stallo, nonostante studi critico-linguistici di diversi giovani studiosi.
Resta soprattutto aperto il cantiere editoriale, e resta perciò la necessità di dare, progressivamente, per singoli testi, una nuova edizione critica di uno dei massimi commediografi del nostro Rinascimento.
Ruzante, ma non solo: mancano testi affidabili per tanti altri autori meno noti ma non irrilevanti come Giacomo Morello, i pavani che si ritrovano attorno all’Accademia Olimpica, Magagnò, Menon e Begotto(Giovan Battista Maganza, Agostino Rava, Marco Thiene), Sgareggio Tandarelo (il padovano Claudio Forzaté), Braghin Caldiera (Giovan Battista Calderari), Tuogno Figaro (il nobile gesuita vicentino Alvise Valmarana), per tracciare una prima lista.
Edizioni e saggi critici, con particolare attenzione a quell’eccezionale strumento comunicativo che, nell’arco di quattro secoli, fra XIV e XVII secolo (e oltre, con le riprese ottocentesche) è stato il pavano.
Ci è stato caro dare come logo alla collana uno schizzo di Amleto Sartori, pittore, scultore, “mascheraro” che ha accompagnato la grande ripresa teatrale di Ruzante nel dopoguerra, dal teatro dell’Università di Padova e dalle regie di Gianfranco De Bosio a Dario Fo.
Tutti i volumi pubblicati passano al vaglio della Direzione e di almeno due componenti del Comitato scientifico
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